QUANDO DIGNITÁ NON VUOLE FARE RIMA CON SUPERFICIALITÁ

Una giovane laureata in storia dell’arte invia il suo curriculum vitae ad una galleria d’arte di Roma. Dopo aver ricevuto la sua candidatura, la galleria la invita ad un colloquio per la posizione di collaboratrice, organizzata come internship di quattro ore al giorno. Per quanto riguarda la retribuzione dello stage, la galleria specifica (solo dopo esplicita richiesta da parte della candidata) che non è previsto alcun compenso. La giovane laureata scrive quindi la sua risposta alla galleria. Ne pubblichiamo qui il testo.

 

Gentilissima Sig.ra H.,

La ringrazio per la disponibilità accordatami.

Non voglio sindacare sulle Vostre politiche interne che Vi portano – come riconosciuto dalla legge – a non retribuire coloro che svolgono un internship presso di Voi, così come non mi permetto di considerare la mia posizione professionale superiore ad altre per la quale dovrei pretendere di essere retribuita: nulla di tutto questo.

Rispetto le Vostre scelte, ma mi permetto di declinare la Vostra offerta: per coerenza con i miei principi  ho deciso di non essere una giovane laureata che, pur di restare in un ambito lavorativo attinente agli studi fatti, si adegua. Non voglio essere disponibile a lavorare gratuitamente, senza certezze per il futuro, perché “comunque vada” sono i genitori in grado di mantenermi, seppur con sommi sacrifici; tantomeno voglio continuare a barcamenarmi tra due lavori di cui uno miseramente retribuito – barista, baby-sitter, cameriera – e l’altro svolto sempre “gratis”.

Sto combattendo la mia battaglia personale, che mi porta a rifiutare di lavorare gratuitamente, perché ho rispetto per chi mi offre il lavoro, ma ho rispetto anche per la mia persona.

Spero non prenderà la mia e-mail come un attacco alla Vostra galleria e alle Vostre politiche interne, ma credo che con rispetto e gentilezza siamo tutti liberi di esprimere il nostro parere.

Un cordiale saluto

Rachele Brognoli

No lavoro gratuito

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